miércoles, 7 de enero de 2009

CRONACA REGIONALE DELLA SICILIA

Sicurezza, la Regione finanzia impianti di videosorveglianza per le Pmi dell'Isola. Stanziati 520mila euro, contributi fino al 50% della spesa.

L'assessore regionale alla Cooperazione, Roberto Di Mauro, "per garantire condizioni di maggiore sicurezza alle piccole e medie imprese commerciali siciliane", ha firmato il decreto che attiva aiuti, in regime de minimis, per l'acquisto e l'installazione di impianti di videosorveglianza negli esercizi commerciali collegati alle centrali di polizia.

Sono ammessi al contributo le piccole e medie imprese commerciali con sede operativa nel territorio regionale e che rispondano ai parametri dimensionali previsti dalla Commissione europea. A breve, sarà pubblicato il relativo bando per la spesa stanziata, che ammonta a circa 520mila euro. Il contributo sarà erogato alle imprese al 50 per cento della spesa sostenuta, fino ad un importo massimo di duemila euro per ciascun locale commerciale.

"L'impegno delle istituzioni - afferma Di Mauro - è realizzare un percorso di legalità sempre più solido a fianco della società civile e imprenditoriale. E' necessario attivare costantemente iniziative per evitare che la criminalità rallenti il processo di sviluppo del nostro territorio. Rinunciare alla propria libertà corrisponde alla rinuncia di ogni prospettiva, per sé stessi e per tutta la società civile sana".

Piersanti Mattarella 29 anni dopo. Palermo ricorda il presidente della Regione siciliana ucciso dalla mafia

Una corona di fiori è stata deposta sotto la lapide di via Libertà a Palermo, che ricorda Piersanti Mattarella, il presidente della Regione assassinato il giorno dell'Epifania del 1980. Alla cerimonia tenutasi sul luogo dell'omicidio erano presenti il figlio Bernardo e il fratello Sergio. A rendere omaggio a Mattarella assassinato su ordine di Cosa nostra erano presenti, tra gli altri, Raffaele Lombardo, presidente della Regione, il presidente dell'Assemblea regionale siciliana, Francesco Cascio, il presidente della Provincia, Giovanni Avanti, il vicesindaco di Palermo, Mario Milone, il prefetto Giancarlo Trevisone, i senatori Carlo Vizzini (PdL) e Beppe Lumia (Pd).

"Rispetto per le istituzioni, trasparenza nell'amministrare, barra ferma sulla legalità. Se sapremo governare tenendo sempre alta l'attenzione e l'impegno su questi tre punti fondamentali potremo dire che l'esempio ed il sacrificio di quanti hanno speso la loro vita nella lotta alla mafia non sono andati perduti". Lo ha detto il sindaco di Palermo Diego Cammarata ricordando la figura del presidente della Regione Piersanti Mattarella ucciso dalla mafia il 6 gennaio del 1980. "In questi ultimi trent'anni - ha aggiunto il sindaco - molti passa avanti sono stati fatti: alla mafia sono stati inferti dalle forze dell'ordine e dalla magistratura molti duri colpi e gran parte dell'organizzazione è stata smantellata. Pur se non possiamo ancora dire che la mafia è stata sconfitta è certo però che anche il clima complessivo è cambiato e che per tutti ormai la lotta alla criminalità organizzata è una priorità irrinunciabile e che non sono più tollerate le zone grigie".

Per Cammarata "la politica, le istituzioni, le forze sociali e produttive ma anche i cittadini comuni, e più degli altri i giovani, hanno ormai acquisito la piena consapevolezza che non ci può essere alcun momento, alcuna occasione di acquiescenza e che soltanto nel rifiuto collettivo dei comportamenti mafiosi, oltre che della violenza e del malaffare, potremo far crescere senza distinzione di parte politica una Sicilia più libera, più giusta, più equa".

"Dopo 29 anni Piersanti Mattarella resta il simbolo di una strenua resistenza della buona politica alla mafia e rappresenta l'immagine della Sicilia che vorremmo e che ancora non c'é. In quella stagione di straordinaria difficoltà Mattarella comprese che senza battere la mafia non era possibile costruire il futuro". Lo afferma il senatore Carlo Vizzini, presidente della commissione affari costituzionali e componente della commissione antimafia, ricordando l'ex presidente della Regione Sicilia ucciso il 6 gennaio 1980. "Era nel giusto e per questo fu ucciso brutalmente. Oggi, in una stagione di cambiamenti accompagnata da permanenti difficoltà - aggiunge - c'é ancora una riluttanza di pezzi della politica a raccogliere l'insegnamento di Mattarella e cacciare i mediatori di mafia dai partiti". "Ricordarlo senza averne il coraggio non solo non ha senso ma offenderebbe la sua memoria - osserva Vizzini - occorre, dunque, dare vita a una nuova resistenza contro i mafiosi fino alla liberazione da quel cancro orrendo che è Cosa nostra. Chi non se la sente faccia un passo indietro, senza nascondersi dietro coloro che hanno dato la vita per il riscatto dei siciliani".

"Un esempio per tutti gli amministratori, un uomo delle istituzioni che ha pagato con la vita il proprio impegno in favore della legalità e della trasparenza". Così il presidente della Provincia Giovanni Avanti ricorda Piersanti Mattarella, il presidente della Regione Siciliana ucciso a Palermo il 6 gennaio 1980. "Mattarella - aggiunge Avanti - fu un uomo e un politico onesto e lungimirante, capace di fare scelte coraggiose. Oggi ogni cittadino e ogni amministratore dovrebbe seguire l'esempio di chi come Mattarella ebbe il coraggio di agire per spezzare qualsiasi legame fra la criminalità e la politica, in nome della giustizia e dello sviluppo della Sicilia".

"Piersanti Mattarella è da considerare il primo grande e tenace convito fautore della partecipazione attiva di tutti i cittadini alla vita e alla gestione della politica e della cosa pubblica": a 29 anni dalla morte dell'ex presidente della Regione Sicilia, il senatore Nino Papania (Pd), vice presidente della Commissione Lavori Pubblici e Comunicazione di Palazzo Madama, lo ricorda così. "Oggi dopo tanti sacrifici - aggiunge - non mi pare che si sia maturata appieno la convinzione che l'azione antimafia non é qualcosa di separato da un progetto di cambiamento, che, invece, potrà cominciare a concretarsi solo se ci sarà una presa di coscienza e la partecipazione attiva di coloro che vogliono seriamente impegnarsi collettivamente, rifuggendo da una duplice tentazione: quella della mera testimonianza e l'altra della retorica unanimistica".

Fonte: ansa