jueves, 15 de enero de 2009

CLIMA, WORLD WATCH: O SI CAMBIA SVILUPPO O SI MUORE

WASHINGTON - O il mondo entro il 2050 ridurrà in modo drastico la sua attuale capacità di inquinare il pianeta, e in particolare l'attuale emissione nell'atmosfera di biossido di carbonio, oppure andrà incontro a catastrofi epocali: questa la conclusione dell'annuale Rapporto dell'organismo internazionale 'Worldwatch Institute', che ogni anno raccoglie gli interventi di 47 tra i principali studiosi al mondo sui cambiamenti climatici. Secondo il rapporto, intitolato '2009 - Lo stato del mondo - Verso un mondo piu' caldo', la situazione negli ultimi anni è ulteriormente peggiorata, ed è assolutamente necessario arrivare a un nuovo modello di sviluppo basato su produzione e consumo di energia eco-sostenibile. Nello stesso tempo però, sottolinea lo studio, non mancano le opportunità per intraprendere - oggi - iniziative che faranno sentire i loro benefici effetti nei prossimi decenni. "Abbiamo il privilegio di vivere in un momento della storia in cui possiamo ancora evitare una catastrofe climatica che trasformerebbe il pianeta in un ambiente ostile per lo sviluppo degli esseri umani" ha detto il vicepresidente di Worldwatch, Robert Engelman, che ha co-diretto il Rapporto 2009.


Di Luciano Clerico
fonte: Ansa
O si cambia o si muore. Perché un dato è certo: il mondo così come è se continua a svilupparsi secondo i criteri energetici seguiti finora è destinato ad andare incontro "a una catastrofe". Il grido d'allarme viene in questo caso del WorldWatch Institute, organismo internazionale che ogni anno raccoglie in un suo Rapporto ufficiale lo stato di salute del pianeta. Nel rapporto 2009, reso noto a Washington, la conclusione è questa: o il mondo sarà in grado entro il 2050 di ridurre in modo drastico la sua attuale capacità di inquinare il pianeta, abbassando in particolare le attuali emissioni di biossido di carbonio, oppure andrà incontro a catastrofi epocali. A questa conclusione sono giunti 47 tra i principali studiosi al mondo sui cambiamenti climatici. Secondo il rapporto, intitolato '2009 - Lo stato del mondo - Verso un mondo piu' caldò, la situazione negli ultimi anni per quanto riguarda il cosiddetto 'global warming' è ulteriormente peggiorata, ed è assolutamente necessario arrivare a un nuovo modello di sviluppo basato su produzione e consumo di energia eco-sostenibile. Nello stesso tempo però, sottolinea lo studio, non mancano le opportunità per intraprendere - oggi - iniziative che faranno sentire i loro benefici effetti nei prossimi decenni. Avranno un costo complessivo altissimo in termini monetari, gli studiosi stimano la potenziale spesa per la riconversione della produzione di energia alternativa compresa tra i mille e i 2.500 miliardi di dollari all'anno. "Tuttavia - si legge nel rapporto - gli eventuali costi derivanti da mancati interventi sarebbero, col tempo, ancora più alti". Per il Worldwatch Institute è tempo di agire e di bisogna farlo subito. "Abbiamo il privilegio di vivere in un momento della storia in cui possiamo ancora evitare una catastrofe climatica che trasformerebbe il pianeta in un ambiente ostile per lo sviluppo degli esseri umani - ha detto il vicepresidente di Worldwatch, Robert Engelman, co-direttore del Rapporto 2009. Per Engelman "'non ci e' rimasto molto tempo". "Varare un patto globale per salvare il clima del globo richiederà un supporto pubblico di enorme portata - ha sottolineato - e una volontà politica condivisa a livello globale di spostarsi verso l'energia rinnovabile, nuovi modi di vivere, e una scala di valori umani capace di adeguarsi ai limiti della atmosfera". Non c'é altra via. Stando a Worldwatch, è ormai accertato in modo scientifico che il pianeta Terra si è mediamente riscaldato di circa 0,8 gradi dall'inizio della Rivoluzione Industriale a oggi, e il riscaldamento è in buona parte da attribuire alle attività dell'uomo. Un ulteriore grado medio di riscaldamento è potenzialmente prevedibile come conseguenza degli attuali consumi. Per questo secondo i climatologi bisogna correre ai ripari, e fare in modo che il picco di emissioni venga raggiunto prima del 2020, per poi ridurle entro il 2050 per almeno l'85% al di sotto dei livelli del 1990.