lunes, 13 de julio de 2009

Anche il porto di Palermo ha il suo battello ecologico. Entro due anni completata la “tutela” delle acque portuali


di Ignazio Panzica
Fatto un altro passo avanti dell’Autorità portuale di Palermo, nella sua strategia per la pulizia e la tutela eco ambientale delle acque del Porto. E’ stata varata, oggi,dal molo Piave il “battello ecologico” in vetroresina per la raccolta dei rifiuti solidi galleggianti, ed il contrasto delle chiazze d’olio sulla superficie dello specchio antistante l’area portuale.
La “Regina degli Antoni”, è una barca speciale (mt 8.70 x mt.3.35, motore Volvo 160 Hp, cassone rifiuti in acciaio inox 20 mc.), realizzata dai Cantieri Navali Di Donna di Gaeta, ed è di proprietà della OSP (Operazioni e servizi portuali), la società di servizi portuali che opera su mandato dell’Autorità. E’ costata 290mila euro, spesa alla quale l’Ente pubblico ha partecipato al 10%. Si tratta di un battello di nuova concezione (dopo i “pellicani” ed i “gabbiani” degli anni 80’ e 90’), in linea con gli standard del Bureau Veritas. E’ abilitato alla navigazione nazionale litoranea, e sarà in servizio, quotidianamente –sicuramente nel periodo estivo e sino al primo autunno - per la raccolta dei rifiuti solidi galleggianti nello specchio d’acqua portuale. Il mezzo è dotato, anche, di skimmer (10 mc/h oil recovery), “il sistema” che riesce a dividere l'acqua dagli oli utilizzando delle particolari pompe di costruzione inglese ed una mini barriera galleggiante in dotazione sul natante.
Ma, perché il servizio disinquinamento del Porto è “solo” sotto il controllo e la vigilanza dell’Autorità portuale, ed invece non viene pure gestito direttamente da essa?
“La risposta è nella legge n°84del 1994 – puntualizza il Presidente dell’Autorità, l’ing. Nino Bevilacqua – che ha trasformato gli Enti Porto in una authority territoriale e di coordinamento delle attività di interesse pubblico nelle aree portuali, escludendo che questi nuovi soggetti giuridici potessero farsi carico ancora della gestione diretta dei servizi portuali”.
Bevilacqua ha, altresì, annunciato che entro il dicembre 2010, dovrebbero trovare compimento i due progetti, in itinere, per la completa liberazione dalle acque reflue, prodotte da oltre 300mila palermitani, che attualmente “scaricano”, da est e da ovest, nell’area delle acque del Porto.
Sempre in tema di risanamento e riqualificazione, anche ambientale, del Porto di Palermo, il Prof. Bevilacqua sta provando a stringere i tempi, per completare entro un paio di anni i lavori di nuovo “banchinamento”. E’ riuscito ad immaginare progettualmente , infatti, un nesso tra i prossimi grandi lavori di pulizia dei fondali, con il restayling e l’allargamento delle banchine del Porto. Il progetto “cassa colmata”, già in una prima fase d’avanzamento, prevede, perciò, che i detriti ed i materiali di grande ingombro, rinvenuti nelle acque portuali, saranno “seppelliti” in alvei stagni all’interno dei cassoni di cemento armato, che faranno da base al nuovo assetto strutturale delle banchine.
Una soluzione tecnica, originale, che riesce a contemperare le inderogabili attività di tutela ambientale dell’ecosistema marino palermitano, con la necessaria urgenza dei lavori pubblici marittimi, destinati a rafforzare ed ampliare l’efficienza delle infrastrutture portuali del capoluogo della Regione.