Ancora un’eccezionale ritrovamento archeologico nel "Canale di Sicilia”, nella stessa zona in cui è stato rinvenuto il Satiro danzante. I pescatori di Mazara del Vallo, da una profondità di circa 400 metri, hanno rinvenuto in mare un reperto membranaceo costituito da resti di fogli in pergamena assemblati come un codice.
“Considerato l’inusuale ritrovamento subacqueo di materiale organico – dice Romeo Palma, direttore Generale Dipartimento BB.CC.AA. ed E.P - ed in particolare di materiale librario antico, il rinvenimento del codice in pergamena è da considerarsi un evento veramente eccezionale.”
Attualmente il codice si trova presso il Laboratorio di restauro per materiale librario della Biblioteca Centrale della Regione Siciliana cui è stato affidato dalla Soprintendenza per i Beni Culturali di Trapani alla quale i pescatori di Mazara del Vallo hanno consegnato il reperto.
“I nostri tecnici del Laboratorio di Restauro della Biblioteca – dice Gaetano Gullo, direttore Biblioteca Regionale -hanno immediatamente effettuato i primi interventi per proteggere il raro reperto e preservarlo dalle variazioni termoigrometriche in raccordo con la Soprintendenza del Mare della Sicilia alla quale compete la tutela dei beni archeologici subacquei.
Acquisito il parere del Consiglio regionale dei Beni Culturali, Romeo Palma ha autorizzato il trasferimento a Roma del prezioso codice presso i laboratori altamente specializzati dell’Istituto Centrale per il Restauro e la Conservazione del Patrimonio Archivistico e Librario del Ministero per i Beni e le Attività Culturali.
“L’Istituto, infatti, è dotato di un microscopio elettronico a scansione (SEM) – dice Ignazio Lodato, restauratore Biblioteca - basato sull’interazione di un fascio di elettroni con il campione in esame, che permette di rilevare l’anatomia microscopica delle superfici di campioni organici ed inorganici con un elevato potere di risoluzione. Il SEM permette di ricostruire un’immagine dell’area scansionata dal pennello elettronico, basata sia sulla topografia della superficie sia sul numero atomico degli elementi chimici in esso presenti”.
L’Istituto ha già manifestato la disponibilità ad accogliere il reperto e fornire la consulenza e la collaborazione necessaria per pervenire quanto prima alla datazione del codice, avviare il suo studio ed individuare le procedure più idonee per la sua salvaguardia, conservazione, restauro ed esposizione museale, secondo quanto stabilito dalla apposita convenzione esistente tra il MIBAC (e per esso dal citato Istituto) e l’Assessorato Regionale dei Beni Culturali.
Melinda Zacco
“Considerato l’inusuale ritrovamento subacqueo di materiale organico – dice Romeo Palma, direttore Generale Dipartimento BB.CC.AA. ed E.P - ed in particolare di materiale librario antico, il rinvenimento del codice in pergamena è da considerarsi un evento veramente eccezionale.”
Attualmente il codice si trova presso il Laboratorio di restauro per materiale librario della Biblioteca Centrale della Regione Siciliana cui è stato affidato dalla Soprintendenza per i Beni Culturali di Trapani alla quale i pescatori di Mazara del Vallo hanno consegnato il reperto.
“I nostri tecnici del Laboratorio di Restauro della Biblioteca – dice Gaetano Gullo, direttore Biblioteca Regionale -hanno immediatamente effettuato i primi interventi per proteggere il raro reperto e preservarlo dalle variazioni termoigrometriche in raccordo con la Soprintendenza del Mare della Sicilia alla quale compete la tutela dei beni archeologici subacquei.
Acquisito il parere del Consiglio regionale dei Beni Culturali, Romeo Palma ha autorizzato il trasferimento a Roma del prezioso codice presso i laboratori altamente specializzati dell’Istituto Centrale per il Restauro e la Conservazione del Patrimonio Archivistico e Librario del Ministero per i Beni e le Attività Culturali.
“L’Istituto, infatti, è dotato di un microscopio elettronico a scansione (SEM) – dice Ignazio Lodato, restauratore Biblioteca - basato sull’interazione di un fascio di elettroni con il campione in esame, che permette di rilevare l’anatomia microscopica delle superfici di campioni organici ed inorganici con un elevato potere di risoluzione. Il SEM permette di ricostruire un’immagine dell’area scansionata dal pennello elettronico, basata sia sulla topografia della superficie sia sul numero atomico degli elementi chimici in esso presenti”.
L’Istituto ha già manifestato la disponibilità ad accogliere il reperto e fornire la consulenza e la collaborazione necessaria per pervenire quanto prima alla datazione del codice, avviare il suo studio ed individuare le procedure più idonee per la sua salvaguardia, conservazione, restauro ed esposizione museale, secondo quanto stabilito dalla apposita convenzione esistente tra il MIBAC (e per esso dal citato Istituto) e l’Assessorato Regionale dei Beni Culturali.
Melinda Zacco
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