lunes, 3 de enero de 2011

Al Caffe'



Per Gaetano Picardi storico-medico dell’ottocento, autore della prima storia vera sul caffè a Napoli, il Caffè Pedrocchi di Padova era “la capitale universale di tutti i caffè d’Europa”.

Io, napoletano purosangue, conosco i caffè di Napoli che hanno una storia. La loro storia. Il Caffè d’Italia, il Caffè di Napoli, il Caffè del Gigante, il Caffè d’Europa, il Caffè Brigida; poi c’erano quelli più economici: il Caffè Donzelli, il Caffè del Molo, ritrovo di letterati ed artisti, il Caffè Buono, definito da Francesco Mastriani il ritrovo di tutte le teste riscaldate delle province napoletane, il Caffè delle Due Sicilie frequentato dal poeta Giacomo Leopardi.

Ma i caffè più famosi a Napoli nella metà dell’Ottocento furono due Il Gran Caffè ed il Caffè d’Europa. Il Gran Caffè si trovava a Piazza San Ferdinando di fronte Palazzo Reale. Chiuse nel 1855. Alcuni anni dopo, nel 1890, il proprietario del Caffè d’Europa prese in affitto i locali e fondò così il Gambrinus che, ancora oggi, è il più famoso dei caffè di Napoli. Occupa tutto il pianterreno dell’ala esterna dell’attuale palazzo della Prefettura. Per alcuni anni una parte di questi locali hanno ospitato l’agenzia del Banco di Napoli. Frequentatori assidui Eduardo Scarfoglio, fondatore de Il Mattino e Matilde Serao, famosa per la sua rubrica “Api, Vespe e Mosconi” che firmava Gibus.

Oggi il bar. Al bar si discute di campioni, incontri di calcio, amori, viaggi, sbronze, sesso, di tutto; c’è qualcosa in più rispetto ad ieri: la televisione.